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MODE ECCENTRICHE
Produzioni sostenibili fuori dal comune

Milano, 6 maggio 2011
Aula Pio XI
Università Cattolica del Sacro Cuore
L.go Gemelli, 1 – Milano

Nella moda si agitano complessi fenomeni che mettono in luce l’esistenza anche di tendenze difformi rispetto agli stilemi dei marchi globali. In particolare la ricerca di prodotti e di materiali attenti all’ambiente e ai diritti del lavoratori, la valorizzazione e il recupero di tradizioni autoctone artigianali, l’interesse verso tipologie variegate di savoir-faire (come nel caso delle eccellenze del Made in Italy) hanno, in questi ultimi anni, imposto interessi e stili di comportamento riconducibili ai valori della sostenibilità e della responsabilità

Il convegno, in questa prospettiva, vuole avviare una riflessione su inedite forme di creatività, suggerendo possibili nuovi scenari attraverso lo studio di alcune esperienze produttive eccentriche (nel senso di fuori dal comune) sia per la tipologia dei vestiti e degli accessori sia per la manodopera impiegata, per lo più lavoratori in condizioni di forte fragilità esistenziale come, per esempio, i carcerati, i malati psichiatrici, i sottoposti al potere della mafia. Si tratta di situazioni volutamente ai margini del mainstream, alle prese, a volte, con problemi di sostenibilità economica e in difficile equilibrio in un mercato fortemente competitivo, ma anche depositarie di istanze sociali combinate con interessanti innovazioni di prodotto. In tali esperienze, eredi di tradizioni tipicamente italiane in un’ottica che promuove il senso del bello e del ben fatto, il lavoro creativo sembra esplicarsi non solo nella direzione dell’estetica, dell’innovazione, delle capacità progettuali, ma anche come forma di inclusione e di riscatto sociale.

Il convegno mostrerà esempi diffusi su tutto il territorio italiano: tre cooperative carcerarie (Alice e Ecolab di San Vittore a Milano, Officina creativa di Lecce), un’associazione culturale della Casa Circondariale di Torino (la casa di pinocchio), una cooperativa che lavora con malati psichiatrici (UrOBuro di Milano) ed infine il brand Cangiari di un consorzio sociale che lavora con i beni confiscati alla malavita organizzata.

Questi casi paradigmatici saranno discussi per capire come la moda possa essere, al giorno d’oggi, non solo un luogo di incontro fra aspetti deboli della realtà produttiva e elementi di successo ma anche uno spazio in cui la creatività si dispiega in tutte le sue valenze, da quelle estetiche a quelle sociali, permettendo contatti fecondi fra i valori della produzione e i valori del consumo.